I deputati siciliani del Movimento preparano azioni contro le decisioni del governo nazionale
“Folle”. Il commento dei deputati siciliani del Movimento 5 Stelle sul decreto ‘sbocca Italia’, che dovrebbe portare nuove trivelle in Sicilia è lapidario e precede iniziative atte a sbarrare la strada ai piani governativi.
“Faremo ostruzionismo con tutti i mezzi – afferma il presidente della commissione Ambiente dell’Ars, Giampiero Trizzino – mettendo in luce le responsabilità che l’Italia ha nei confronti delle norme europee inevitabilmente violate. Chiediamo a tutte le associazioni ambientali presenti nel territorio nazionale di convergere sulla stessa linea e adottare una strategia comune. Si tratta di una norma estremamente pericolosa che, nei fatti, vanifica tutti gli sforzi che in Regione possiamo fare a difesa del territorio e di fatto cancella 40 anni di evoluzione del diritto dell’ambiente, da Stoccolma, a Rio de Janeiro, a Kyoto. Tra l’altro, alcune disposizioni sono in aperto contrasto con direttive europee, oltre che assolutamente illegittime, per avere eliminato la procedura di valutazione di impatto ambientale”.
Il Movimento 5 Stelle si è sempre speso contro le trivelle sia alla Regione che alla Camera con audizioni, tavoli tecnici e ben due risoluzioni approvate a Montecitorio.
All’Ars è stata presentata pure una mozione, prima firmataria Valentina Palmeri, per chiedere lo stop di tutte le trivellazioni in Sicilia, per evitare potenziali rischi sismici.
“Il M5S – afferma la deputata alla Camera Claudia Mannino – è riuscito a far approvare in commissione Ambiente di Montecitorio due risoluzioni, una nostra ed una del Pd, un fatto non di poco conto, visto che è prassi approvarne una sola e bocciare tutte le altre, oppure farne una unica unificata tra le varie parti”.
La risoluzione Cinque Stelle, prima firmataria Claudia Mannino, tra le altre cose impegna il governo a focalizzare l’attenzione sul vincolo al rischio sismico delle aree, a prevedere istruttorie per le perforazioni in mare e in terraferma, mediante il contributo di istituti di livello nazionale, ad avviare analisi epidemiologiche sui rischi della salute umana connessi alla ricerca, a disporre il blocco e il rilascio di future autorizzazioni, qualora siano comprovati i rischi, ad adottare ogni opportuna iniziativa tesa a salvaguardare la salute delle popolazioni residenti nelle aree esposte alle emissioni di idrogeno solforato.