Presentata all’ARS una richiesta formale per la sospensione di ogni collaborazione con le istituzioni israeliane
Palermo, 4 giugno – “La Sicilia, terra del Mediterraneo e di dialogo tra i popoli, non può restare in silenzio mentre viene consumato un genocidio sotto gli occhi del mondo. Come già fatto dalla Regione Puglia, dobbiamo agire con chiarezza e coerenza: fermare ogni collaborazione con lo stato di Israele è oggi un atto di civiltà e di giustizia”.
È questo il cuore della mozione presentata all’Assemblea Regionale Siciliana dall’onorevole Lidia Adorno, deputata del Movimento 5 Stelle, sottoscritta anche dagli altri dieci componenti del gruppo parlamentare.
La richiesta prende atto della drammatica situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, dove – secondo i dati della sanità palestinese – si contano circa 15.000 minori uccisi, quasi 1.000 neonati sterminati, 34.000 bambini feriti e oltre 20.000 orfani, spesso privi di qualsiasi adulto sopravvissuto. A questo si aggiungono i bombardamenti contro ospedali, la carestia dilagante e il blocco sistematico degli aiuti umanitari.
Nel documento, la deputata chiede che la Regione condanni con fermezza la condotta genocida del Governo e dell’esercito israeliani, ritenuti responsabili di crimini contro l’umanità, come evidenziato anche dai procedimenti in corso presso la Corte Internazionale di Giustizia e dai mandati d’arresto emessi dalla Corte Penale Internazionale nei confronti del primo ministro Netanyahu e dell’ex ministro della Difesa Gallant.
“La Regione Siciliana deve interrompere ogni forma di relazione con lo Stato di Israele: nessun accordo commerciale, nessun progetto accademico, nessuna collaborazione istituzionale può continuare mentre è in corso un massacro sistematico della popolazione civile palestinese”, ribadisce Adorno.
La parlamentare ha inoltre evidenziato la necessità di sostenere attivamente ogni iniziativa per un cessate il fuoco immediato, il rilascio degli ostaggi e l’ingresso sicuro, continuo e senza restrizioni degli aiuti umanitari, in linea con gli appelli delle Nazioni Unite e delle oltre 760 organizzazioni non governative internazionali.