Elezioni comunali 2013, “abbiamo perso”, questo è almeno quello che dicono i media i quali parlano subito di flop. Ma per avere un flop si deve prima avere una base di partenza, e quale sarebbe secondo voi? Il voto alle nazionali di febbraio o quello delle comunali di qualche anno fa? Noi crediamo che le regionali vadano paragonate con le regionali, le nazionali con le nazionali e le comunali con le comunali. Non è un modo per nascondere la testa sotto la sabbia, ma semplicemente i fattori in campo sono diversi, ed è quindi molto superficiale parlare di sconfitta utilizzando parametri diversi.
Il fatto è questo, in molti comuni si è votato per la prima volta il Movimento, e ci siamo attestati subito fra il 6 e il 20%, un risultato più che soddisfacente per una forza politica nata da pochi anni e che utilizza solo i ragazzi dei vari Meet Up, che senza soldi o accordi sotto banco, portano avanti un progetto ambizioso. Del resto, non dobbiamo dimenticare che le elezioni comunali sono il trionfo del clientelismo e del voto di scambio, è quindi difficile scardinare queste logiche nei piccoli centri, dove intere fette di popolazione sono cresciute con questa logica; altro discorso è invece il voto Nazionale o Regionale, dove la libertà di espressione è più garantita.
Se quindi prendiamo i dati reali, vediamo come il Movimento 5 Stelle abbia solo guadagnato in percentuale, mentre chi ha perso voti sono il Pd e il Pdl. Che piaccia o no questo è un fatto.
Come è anche un fatto che il Movimento non ha conquistato nessuna città, inutile nasconderlo, ma abbiamo ottenuto centinaia di consiglieri, ed è questo il nostro successo, abbiamo messo dei liberi cittadini dentro le stanze del potere, una nuova spina nel fianco per la casta.
Bisogna anche ricordare che il Movimento corre sempre da solo, quindi quando si parla di “tonfo”, bisognerebbe pensare di chi e cosa stiamo parlando, ovvero di un movimento di cittadini che senza soldi e o poteri forti, ma soprattutto senza alleanze, si conferma come la terza forza politica in Italia.
La cosa che invece rattrista è vedere il giubilo dei media e di tanta gente per questa “presunta” sconfitta. Chi esce veramente sconfitto è il popolo italiano, che si dimostra non all’altezza di cambiare. Un popolo capace di votare per il Movimento quando si tratta di questioni nazionali, ma che una volta rapportatosi con le realtà locali, preferisce calare la testa e cedere al voto di scambio, o che ancora peggio, come affetto dalla Sindrome di Stoccolma, non riesce ad abbandonare i suoi aguzzini (vedi Siena), e preferisce dare nuovamente fiducia a quelle stesse persone che hanno messo in ginocchio il paese.
Quello che rattrista è vedere come molta gente non abbia capito cosa sia il Movimento, il suo eventuale fallimento sarebbe la totale rottura di un argine che riverserebbe il caos nelle strade, perché adesso siamo riusciti a unire i malumori della gente, e trasformare tutto in un movimento pacifico che attraverso strumenti democratici vuole cambiare l’Italia proprio grazie alla nostra Costituzione e al buon Governo.
In questa nazione si continua a confondere la politica col tifo da stadio, festeggiando la sconfitta di questo partito piuttosto che dell’altro. Ma in molti sembrano non capire in che condizioni versa il paese, in troppi stanno difendendo i loro privilegi con le unghie anche se la nave affonda con loro, ed è l’innato fascino dell’inciucio che non riesce ad abbandonare l’italiano medio. Amiamo troppo il piccolo privilegio derivato da una promessa fattaci dal solito politico, lo stesso che promette da anni senza che mai nulla sia cambiato, eppure la memoria è corta e la stupidità non sembra avere confini.
Forse esagero, eppure questo paese non ha voglia di cambiare, prima credevamo che la colpa fosse della Casta, poi ci siamo accorti che è il popolo che ama essere governato da questi individui, e a questo punto, se questo è quello che vogliono, vuol dire che è giusto continuare a lasciare l’Italia dormire un sonno profondo.
La cosa che sgomenta è che dopo la palese campagna diffamatoria ad opera dei media, sviluppatasi negli ultimi tre mesi, e il “mezzo golpe” con inciucio per le elezioni del Presidente della Repubblica, gli italiani hanno tranquillamente rivotato per il peggio, come se tutto quello che fosse successo non avesse palesemente dimostrato la cattiva fede della Casta e soprattutto, la coerenza del Movimento.
Quello che avvilisce, più del risultato in sé, è proprio la voglia del popolo di rimanere ancorato al passato per poi poter continuare a lamentarsi del fatto che in Italia nulla cambi.
Forse la cosa non è chiara, ma se vogliamo che le cose cambino, dobbiamo cambiare le cose, partendo dal mettere in discussione le nostre certezze.
In molti hanno deciso di credere nel progetto del Movimento, e noi vogliamo mantenere questo impegno con gli elettori e con noi stessi. Per noi, ogni esperienza è nuova, per noi è sempre la prima volta, e capita di sbagliare qualcosa, ma questo qualcosa diventa lezione ed esperienza, ed ogni caduta ci insegna in che modo rialzarci e correggerci.
Questo piccolo esercito di consiglieri che abbiamo eletto, sarà un nuovo mattone che si aggiunge ai nostri ragazzi a Roma e nelle regioni. Circa un anno fa festeggiavamo per aver conquistato Parma e oggi siamo ovunque, ed ogni vittoria, seppur piccola, concretizza sempre più la possibilità di restituire le istituzioni ai cittadini.
La strada è ancora lunga, ma noi non ci arrendiamo, gli conviene?
di Luciano Zaami