In questi giorni ci stiamo rendendo conto di come la disinformazione nel nostro Paese ci abbia ormai “rovinato”. In questi anni in Parlamento le regole sono state scambiate con le prassi.
Con quanta sicurezza, arroganza e supponenza oggi in Parlamento si scambiano, e ci fanno scambiare, le “prassi” per veri e propri articoli del Regolamento o perfino della Costituzione. Molti lo fanno in buona fede perché “è impensabile che non sia così, è sempre stato così, si è sempre fatto così”. Siamo arrivati al punto che qualsiasi cosa, anche se ormai fortemente radicata (anzi, specie se è fortemente radicata), è in realtà da verificare con attenzione ed eventualmente da rimettere in discussione. E può farlo solo chi è fuori dal sistema; chi è “nuovo” e non assuefatto alle pratiche e alle usanze, scambiate da molti per la Bibbia.
E’ successo con il caso degli allegati A e B che nessuno aveva mai sollevato prima di noi, poi il caso eclatante della decisione di Napolitano di mantenere ancora il governo Monti, poi la trasparenza nelle nomine dei vertici di Finmeccanica, Enel, Poste Italiane, ecc…; succede quando in aula ricordi che ci sono casi di doppio incarico o che è assurdo avere ancora 49 tra indagati e condannati e susciti tanto scalpore da parte dei colleghi (Non si dicono queste cose! Non è la sede! Non si parla dei colleghi assenti!), succede quando ricordi loro le proprie responsabilità in merito all’adozione di politiche scellerate (improvvisamente sull’atmosfera di mercato cala un breve gelo – il tempo di ricomporsi -); succede quando resti coerente con i tuoi principi e tieni fede agli impegni di campagna elettorale (inaudito!), e sta succedendo in maniera ormai evidente con la vicenda, direi drammatica, delle commissioni permanenti.
Ci si appella a immaginari/creativi articoli del regolamento dando a noi dei “buffoni” o “incompetenti” senza nemmeno andare a verificare prima di fare evidenti gaffe, e questo avviene perfino con gli addetti ai lavori che poi si giustificano dicendo che siamo inesperti, che ci sono delle regole tacite, delle “prassi” che col tempo impareremo anche noi (!!!). Tutto ciò evidenzia la loro incapacità di reagire davanti ai fatti, davanti a persone che pretendono il rispetto delle regole e la loro applicazione. Per tanti anni sono riusciti a fare il bello e cattivo tempo senza dover dare troppe giustificazioni agli italiani, relegati a pedine nello strategico scacchiere delle elezioni e poi abbandonati nel momento della partecipazione. Tanto la politica non interessa a nessuno! Tanto nessuno chiede conto e ragione! Tanto nessuno capisce cosa stiamo facendo!
Pare che la ricreazione sia finita e che mai come oggi ci siano normali cittadini che ripassano (o leggono per la prima volta) la Costituzione e i Regolamenti di Camera e Senato. Cosa che consigliamo di fare anche agli addetti ai lavori. Al centro servizi di Montecitorio ci hanno detto che mai come quest’anno la richiesta di guide e regolamenti è stata così alta, son dovuti ricorrere perfino alle ristampe.
Purtroppo non esistono guide per il rispetto di quei valori che la politica dovrebbe perfino insegnare, esistono solo modelli da prendere da esempio. Il nostro auspicio è che il nostro futuro Presidente della Repubblica sia all’altezza di questo cambio di rotta e con lui tutti noi e il popolo italiano intero.
Giulia Di Vita – Portavoce a 5 Stelle alla Camera dei Deputati