M5s Sicilia: “Scongiurata la costituzione di nuove Cta da 20 posti letto”.
La deputata Cinquestelle Valentina Zafarana: “Adesso attendiamo che l’assessorato faccia il salto di qualità e applichi realmente il Budget di salute”.
“La positiva decisione dell’Asp di Messina di prorogare per tre anni le convenzioni con le cooperative sociali per la gestione delle residenze a 6 posti letto per disabili psichici (St.a.r. – Strutture abitative riabilitative) presenti nel comune e nella provincia di Messina ha evitato di riportare questi utenti in strutture a 20 posti letto (C.t.a.)”. Così afferma la deputata M5s all’Ars Valentina Zafarana. “E’ stato scongiurato, anche in seguito alla mia richiesta di interessamento alla tematica da parte dell’ assessore Borsellino, l’ennesimo esempio di autoreferenzialità istituzionale – aggiunge Zafarana – allorquando il depotenziamento delle St.a.r., paventato nei giorni scorsi, stava per compiersi senza il dovuto confronto finalizzato alla considerazione delle reali esigenze dei pazienti e dei cittadini; salvaguardando al contempo anche il lavoro degli operatori, sia pubblici che del privato sociale”.
Il MoVimento Cinque Stelle Sicilia considera positivo, per il momento, che strutture residenziali a sei posti letto vengano sostenute dalla spesa sanitaria, in quanto terapeutico – riabilitative (cioè equivalenti al posto letto Cta). Le deleghe Comuni sono da rimandare almeno fino a quando finalmente non verrà adeguatamente realizzata l’integrazione socio-sanitaria anche nella Regione Siciliana. “Auspichiamo, in quest’ottica, – continua Zafarana – che l’assessore alla Salute faccia il vero ” balzo in avanti” attraverso la reale applicazione del Budget di salute già previsto, peraltro, dal Decreto del 27 Aprile 2012, “Approvazione del Piano Strategico per la salute mentale”, che si muove nel senso di sviluppare una politica sanitaria tendente a evitare risposte stereotipate ed in definitiva a riproporre il modello dell’esclusione manicomiale tra l’altro economicamente non più sostenibile. Nel modello di welfare di comunità del Piano strategico siciliano, la gestione del disagio mentale è affidata alla metodologia del Progetto terapeutico individualizzato (Pti) ed all’integrazione pubblico/privato sociale per garantire una presa in carico globale utilizzando lo strumento tecnico/amministrativo dei Budget di salute come già avviene per i dimessi dagli ospedali psichiatrici giudiziari”.
“Devono essere programmate azioni tendenti a mantenere il soggetto attivo e nella pienezza dei suoi diritti di cittadinanza: diritto alla casa e diritto al lavoro innanzitutto. Per “casa” si intendono strutture residenziali quanto più simili alle civili abitazioni e per “lavoro” un impiego inizialmente protetto e supportato dal punto di vista economico, ma in contesti lavorativi e produttivi normali ed in tutti i settori (agricoltura, industria, commercio, servizi, etc.)”. “Proprio con il Pti/Budget di salute, – conclude Zafarana – la Sanità siciliana intendeva dal 2012 dotarsi di strutture con pochi posti letto, ad altissima qualità percepita ed economicamente più vantaggiose (il passaggio dal sistema delle rette al sistema dei Budget di salute comporta un risparmio gestionale del 25 per cento circa!) oltre ad offrire sull’asse/diritto al lavoro, stabili opportunità di lavoro agli utenti ed agli operatori. Un processo che ha incontrato ostinate resistenze finora insormontabili”. Più in generale, la posizione del MoVimento 5 Stelle Sicilia è molto chiara: “Lo Stato assistenziale che si ritira deve lasciare spazio a piccole imprese attive sul territorio e a giovani imprenditori che lavorino per il bene comune. La Regione deve decidere con chiara normativa se completare la realizzazione del Piano strategico o indirizzarsi verso forme neo-custodialistiche di gestione del disagio mentale”.