I deputati all’Ars chiedono di individuare eventuali responsabilità penali nel mancato seguito alle norme, cosa che danneggia i dipendenti dell’Esa.
Finisce in Procura la mancata applicazione di parte delle legge regionale 10 del 2000 che norma “sulla dirigenza e sui rapporti di impiego e di lavoro alle dipendenze della Regione siciliana”. Il gruppo parlamentare all’Ars del Movimento 5 Stelle ha presentato un esposto per denunciare che, ad oggi, i dipendenti dell’ESA sono ancora regolati dal contratto collettivo nazionale di Lavoro del comparto ministeri, in barba agli obblighi dell’articolo 24 della legge, che obbliga l’omologazione dei contratti tra Regione ed enti pubblici non economici sottoposti a vigilanza e/o controllo della Regione, come l’Esa (Ente di Sviluppo Agricolo), ente di diritto pubblico non economico vigilato e controllato dall’Assessorato regionale delle Risorse Agricole ed Alimentari.
A tredici anni dalla sua approvazione, in tutta la Regione siciliana il diritto è, infatti, solo negato ai dipendenti dell’Esa, vittime del “muro di gomma” eretto dal governo e dalla burocrazia regionale, che si sono trincerati dietro a considerazioni di opportunità politica che non hanno nulla a che fare con quella giurisprudenza vigente, applicata incondizionatamente a tutti i rami dell’amministrazione regionale, meno che all’Esa.
Il “muro di gomma” è iniziato nel 2001, quando il consiglio di amministrazione dell’Ente di sviluppo agricolo, in esecuzione della legge 10, ha approvato il regolamento di organizzazione e, successivamente, (febbraio 2002) l’inquadramento del personale, secondo le tabelle di equiparazione con i dipendenti regionali.
Tutto però è stato stoppato dall’assessorato all’Agricoltura, che nel 2002, ha respinto l’esecutività del provvedimento di inquadramento del personale. A nulla sono valsi centinaia di ricorsi e tre successivi pareri favorevoli ai dipendenti dell’Esa, dati dal Consiglio di giustizia amministrativa, cui si era rivolto il presidente della Regione, in seguito ad un ricorso fatto a lui da alcuni dipendenti.
Alla Procura ora i deputati chiedono di individuare eventuali responsabilità penali che, da 13 anni ad oggi, impediscono ancora l’applicazione della legge. “Il nostro esposto – affermano i deputati del Movimento – nasce da una mera esigenza di giustizia e di legalità, in una Regione siciliana in cui politica e burocrazia difendono solo i propri interessi di casta”.