Il governo Crocetta voleva estrometterle per sostituirle con un unico ente gestore ancora da individuare. L’atto era stato già pubblicato nel sito della Regione.
Salva la gestione delle aree protette in Sicilia da parte delle associazioni ambientaliste. Oggi in commissione Ambiente all’Ars il governo, per bocca di un suo delegato, ha comunicato di avere ritirato il bando che le metteva fuori gioco. “Per noi – dicono i deputati Trizzino, Ciancio e Zito, componenti della commissione – si tratta di un traguardo e di una vittoria importante. Ci auguriamo che in futuro l’interlocuzione su questi delicati temi veda un maggiore coinvolgimento della commissione Ambiente dell’Ars, che in questa vicenda non è affatto avvenuto”.
La sorte delle associazioni era praticamente segnata, nero su bianco, su un bando pubblicato nel sito della Regione, che le estrometteva dalla gestione delle aree protette, sostituendole con un unico soggetto ancora da individuare.
E questo nonostante l’importanza del loro ruolo e la bontà della loro amministrazione, riconosciute anche dalla Corte dei Conti, a seguito di un’indagine sulla loro attività.
“E’ giusto ricordare – dicono i deputati – che alcune riserve naturali sono dirette dal WWF, da Legambiente, dalla Lipu e da altri gruppi, contraddistintisi per la buona amministrazione, grazie alla quale è stata tutelata e valorizzata la biodiversità della nostra Isola. Il fatto che venissero messe in discussione soltanto le gestioni concesse alle associazioni, e non anche tutte le altre (affidate invece ad enti pubblici) insieme a tutta un’altra serie di criticità, non ultime quelle legate alla dubbia copertura finanziaria, ci ha portato a chiedere il ritiro del bando per garantire la continuità delle gestioni a favore delle associazioni ambientaliste”.
Il M5S da tempo lotta per tutelare queste associazioni. “Già durante la mia presidenza della commissione Ambiente – afferma Trizzino – mi sono più volte occupato della questione. Speriamo che oggi su questa vicenda sia stata scritta definitivamente la parole fine”.